Skip to main content

QUELLO CHE SUCCEDE DAVVERO IN UNA SERATA DI FESTA! 

Ogni festa è fatta di musica, colori, luci. Ma soprattutto di persone.

Quelle che servono, quelle che ballano, quelle che corrono da uno stand all’altro con un ghiacciolo in mano. Andrea è uno di loro. Un papà, un volontario, uno che ha detto “ci sono” e si è ritrovato in mezzo a duemila persone, una leva della birra in mano e il cuore pieno.

Il suo racconto ci ha fatto ridere, ci ha emozionato, ci ha fatto venire voglia di essere lì. E allora ve lo regaliamo così com’è: vero, coinvolgente, pieno di vita. Come la Festa IMC.


“Davvero sai cambiare la spina della birra? Ah vabbè allora la serata è risolta”. La serata. Temutissima, attesissima, popolarissima. Duemila persone a “L’evento”, la Festa Imc 2025. Prontiiii? Si va.

Sono addetto allo stand delle bevande, e nella vita precedente, quando mi pagavo gli studi anche lavorando, sono cresciuto in un locale di quelli daltardopomeriggioanottefonda. Quindi lo stand è un tuffo nel passato: tuffo di quelli emozionanti. C’è Nicolò (una o due “c” Nic?), ci sono signore di cui non conosco il nome ma basta il sorriso e l’energia – l’energia è sempre femminile, lo dice l’etimologia – ci sono un “miomarito&miafiglia” che saltano a bordo col treno già in corsa e ci danno il turbo, e poi ci sono loro. Gli assetati. Unabirrabiondaperfavore, trecochedueacqueunarossa, i bambini curiosi di “che gusti avete di ghiaccioli?”, il frigo che non ha avuto il tempo di ghiacciarsi e lotta contro i gelati per tenerli… gelati. Ma lo stand delle bevande in zona Nido non perde un colpo.

La festa gli gira attorno e noi ci danziamo dentro, guardando il divertimento di quelli di fuori che diventa anche il nostro, tra una corsa a ricaricare l’aranciata e un passamani per spostare le bottiglie d’acqua da un capo all’altro dello stand. Aaalt: il momento del cambio birra. “Guarda Nicolò (una o due “c”, però ora fa lo stesso), è facile: tiri la leva ruoti la spina e sollevi, poi lo fai al contrario, spingi ruoti la spina e tiri la leva, così”. Il compagno di stand capisce al volo, e il cambio diventa familiare. Bicchiere inclinato, leva verso di te ed esce birra, leva in avanti ed esce quella schiumetta che sopra al bicchiere dà gusto e rende il liquido più pastoso. Voilà, dieci e lode. “Eh ma qua spillate meglio che a Dublino”, oh yes, meglio che, puoi starne certo.

Scendi in cambusa, porta su l’acqua, chiama Gaia (Gaia Arcuri, marketing Imc, insomma la ragazza che risolve tutto, dai), Coca in fresco, il the è finito proponiamo aranciata. Ma qua è meglio di quando ero ragazzo al ristorante dalpomeriggioeccetera. Davanti mi scorre la vita, i ragazzi delle medie che rompono il guscio, i ragazzi delle superiori che hanno già profili di donne e uomini, gli insegnanti che hanno sete anche loro – ma dai, i prof hanno davvero bisogni umani??? – la lunga coda di persone che aspettano il loro turno al banco hamburger&hot dog (Gaia che risolvi tutto, il prossimo anno bisogna rivedere il piano…), e poi lui: Riccardo.

Avrà sei o sette anni, il braccio al collo ricordo di una caduta recente. È con mamma e papà e “vorrei un ghiacciolo”. “Sono fin… No, aspetta Riccardo. Che gusto vorresti?”. Silenzio. Riflessione. Riflessione seria. “Fragola!”. “Ok Ricky, fragola. Ma se dovessi scegliere due gusti invece di uno?”. “Arancia!”. Rick, non lo saprai mai però era la risposta che volevo. Giù in cambusa, labirinto al buio, cellulare acceso così vedo dove metto i piedi. Eccola lì. La cella frigorifero. Ok, sì, non avrei dovuto farlo da solo ma l’improvvisazione è una risorsa. Apro, frugo tra i pochissimi ghiaccioli rimasti e messi in salvo come specie protetta perché nel frigo si scioglievano. Risalgo al buio, la strada adesso la ricordo da solo, seconda affettatrice a destra, quello è il cammino. “Ricky, ecco il tuo ghiacciolo”. Sorride a mamma e papà. Se ne va col suo gelato arancione tra le mani, direzione cortile principale dove già sul palco suona la band della scuola.

Festa Imc, già conto i giorni al 2026